Presentato in Provincia ad Alessandria ‘In punta di baionetta’ uno studio serio a cosa accadde ai prigionieri borbonici

A distanza di oltre 150 anni dall’Unità d’Italia, con una lettura meno enfatica dei fatti risorgimentali, è possibile ricostruire molti episodi che accaddero in quel periodo.

E la base è la lettura, attenta e pignola, degli atti del tempo. Così ha fatto Giusepe Gangemi, sociologo calabrese, docente all’Università di Padova nel suo ‘In punta di barionetta, opera dedicata alle vittime militari della ‘Guerra Meridionale’.

Armato di sacrosanta pazienza ha letto le carte che si trovano nell’Archivio di Stato di Torino, ricostruendo le vicende dei militari del Regno delle Due Sicilie che si arrisero all’esercito sabaudo e vennero poi portati al Nord.

Il libro è stato presentato venerdì scorso nella sala del consiglio provinciale di Alessandria, con la presenza del presidente Enrico Bussalino, del consigliere Maurizio Sciaudone e del docente Pier Luigi Cavalchini.

Gangemi in un testo di 220 pagine, arricchito da circa 1000 note, ricostruisce la vicende di quei prigionieri che in gran parte non vollero venire meno al giuramento di fedeltà al re borbonico e che si consegnarono ‘per non essere passati come briganti, per non diventare briganti o per non fare passare guai alle loro famiglie.

Non prendendo parte alla polemica tra studiosi filo sabaudi e neo borbonici, ricostruire, con una lettura precisa degli atti, l’arrivo a piazza Caricamento a Genova di circa 5000 prigionieri, dei quali 1000 rimasero nella città della Lanterna, 1200 aed Alessandria, 1600 a Milano e 1200 a Fenestrelle.

Ad Alessandria e Milano vennero trattati con umanità, nel viaggio verso Fenestrelle ne sparirono una parte ma, secondo Gangemi, non vennero uccisi deliberatamente: qualcuno perse la vita per la condizioni dell’ultimo tratto, percorso nel freddo, altri fuggirono e non si sa se furono uccisi nel tentativo di fuga, oppure riuscirono a dileguarsi, oppure …..

Si tratta di un testo, edito per i tipi di Rubbettino, all’insegna grande obiettività che merita sicuramente di essere letto.

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