di Giovanni Alpa
Rapallo, nota cittadina costiera in provincia di Genova, non è soltanto una località di mare. Il suo paesaggio montano si estende in altitudine sino al raggiungimento di mulattiere carovaniere che percorrono i crinali appenninici e che già nei decenni a cavaliere fra l’ Età di Mezzo e l’ Evo Moderno, garantivano il successivo trasporto someggiato delle merci giunte via mare per essere successivamente inoltrate verso le località dell’ interno. Lungo queste mulattiere, costruite fra i boschi formati da secolari piante d’ alto fusto, il panorama è semplicemente sublime. Il Golfo del Tigullio si presenta alla vista del viandante in tutta la delicata maestà del Promontorio di Portofino e i muretti a secco che sovente proteggono la mulattiera, costituiscono, tutt’ oggi, testimonianza della tenace laboriosità dei liguri. Raggiungere il Santuario di Montallegro, è oggi cosa più che fattibile, grazie alla funivia che lo collega con Rapallo. La tratta che dal livello del mare porta al santuario costruito ad una altitudine di seicento metri, offre vedute aeree di quel paesaggio premontano disseminato di rigogliosi ulivi, di querce secolari e di muretti a secco. Giunti a destinazione, il Santuario di Nostra Signora di Montallegro, si presenta in tutta la sua superba bellezza. Vediamo però di seguire la storia di questa devozione popolare che cinque secoli fa, indusse le genti semplici delle località distribuite fra mare e collina, a costruire addirittura, fra Rapallo e il Monte Leto (poi volgarizzato in Monte Lieto ed oggi Montallegro), una lunga mulattiera per il trasporto dei materiali necessari all’ edificazione del luogo di culto. Successivamente si poté così procedere alla costruzione della maestosa chiesa , subito elevata a dignità di santuario. Cerchiamo adesso di comprendere cosa vi possa essere stato all’ origine della decisione, da parte delle popolazioni locali, di elevare un santuario proprio sul Monte Leto. Il nuovo calendario gregoriano registrava la data del 2 luglio 1557 e si narra che il contadino – pastore Giovanni Chichizola, mentre, sul Monte Lete, accudiva il suo piccolo armento, abbia avuto una Visione che subito dopo sia stata seguita da una Rivelazione. La Visione fu quella della Madonna che gli avrebbe promesso di preservare Rapallo dalla peste. Subito dopo, Lei stessa, avrebbe chiesto al Chichizola, di far sì che proprio in quel luogo, avesse potuto essere per sempre onorata. Si narra anche che, da quel momento, proprio lì, sia sgorgata una sorgente. Tutto questo, oggi, può essere considerato storia o mera favolistica? Noi che vogliamo essere laici, preferiamo attenerci, a tale proposito, alle indicazioni della Chiesa Romana per quanto riguarda questi eventi. Il 25 febbraio 1978, durante il pontificato di Paolo VI, la Congregazione per la dottrina della fede, emanerà le “Norme per procedere al discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni”. Non esiste, però, alcuna necessità di discernimento nell’ affermare storicamente che dopo l’ Apparizione, nella successiva epidemia del 1579 – 1580, Rapallo non abbia dovuto registrare alcun decesso provocato dalla peste e che un secolo dopo la stessa Apparizione, in quell’ epidemia che aveva funestato Genova, Roma e Napoli negli anni 1656 e 1657, non soltanto Rapallo ma tutte le località comprese fra Portofino e Zoagli, non vennero colpite dal contagio