‘L’ufficiale in bicicletta’, la storia partigiana di Lucia Boetto Testori

“Donna fiera e coraggiosa, per tutta la durata del movimento di Liberazione, condivise i pericoli, i rischi, e i sacrifici della dura vita con le formazioni partigiane”.

Un libro, scritto a quattro mani, per ricordare Lucia Boetto Testorifigura di spicco della Resistenza piemontese: a raccontarla l’attenta e appassionata ricostruzione storica di Bruna Bertolo, resa ancora più viva dai ricordi della figlia Ornella e dalle fotografie provenienti dagli archivi e dai cassetti di famiglia.

Lucia Boetto nasce il 15 dicembre del 1920 a Castelletto Stura, un piccolo paese a pochi chilometri da Cuneo. L’impegno nella lotta di Liberazione inizia nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre, raccogliendo le divise dei militari sbandati della IV Armata del generale Vercellino. Prosegue portando pane e acqua alla stazione di Borgo San Dalmazzo, dove stazionavano i vagoni piombati con rinchiusi gli ebrei provenienti da Saint-Martin-Vésubie e portati a morire nei campi di concentramento. Iniziò a operare come staffetta partigiana nelle fila del Primo Gruppo Divisioni Alpine, la più importante formazione dei partigiani “Autonomi” del Nord Italia comandata da Enrico Martini “Mauri”. Un esercito di undici mila uomini che non appartenevano ad alcuna formazione politica. Bella, spigliata, elegante, determinata, con la sua bicicletta svolge incarichi pericolosi, portando non solo documenti, messaggi, soldi, ma anche esplosivi per le azioni di sabotaggio, il che le valse il soprannome di “Miss Plastico”. Con i suoi viaggi assicura il collegamento tra le formazioni partigiane delle Langhe e del monregalese con il CLN di Torino. Opera come corriere per conto dell’industriale Sandro Fiorio, proprietario della conceria Fiorio e rilevante esponente della Resistenza piemontese, collabora con il colonnello John Stevens, capo delle missioni Alleate in Piemonte, frequenta gli esponenti più importanti dell’antifascismo piemontese, come Nardo Dunchi, Piero Bellino, Nuto Revelli, il giurista Paolo Greco.

«Lucia è stata una delle nostre grandi testimoni, ha narrato la sua esperienza resistenziale senza indulgere alla retorica, con apparente semplicità come è proprio di chi ha conosciuto rischi e pericoli della lotta di resistenza, il valore della propria azione e, come i partigiani “veri” e gli autentici combattenti con o senza armi, ci ha fatto comprendere il senso di un dovere che si “doveva” compiere, senza autocelebrazioni» scrive Luciano Boccalatte nella prefazione.

Fu Lucia ad accompagnare il sottosegretario Aldobrando Medici Tornaquinci dalle Langhe, dove era stato paracadutato, a Torino per i suoi incontri con il CLN. Fu lei a portare a Torino la bandiera del Corpo dei Volontari della Libertà, ricamata e donata dalle donne dell’Italia già libera. Quella bandiera aprì la sfilata del 6 maggio 1945, quando venti mila partigiani, dopo la liberazione, attraversarono le strade della città di Torino. La portava Vincenzo Modica, detto “Petralia”, partigiano siciliano, oggi è conservata nell’Altare della Patria

Il ruolo di staffetta col quale è ricordata non rende merito alle tante azioni da lei compiute: non fu una semplice staffetta ma un ufficiale-ispettore di collegamento e per i suoi meriti fu insignita della medaglia di bronzo al Valor militare.

Terminata la guerra si sposa con Renato Testori, tenente degli Alpini e partigiano, originario dell’alto Lago Maggiore (Canneto Riviera, Vco). In queste terra si spegne il 26 ottobre del 2015: Lucia ora riposa nel cimitero di Falmenta, in Val Cannobina.

Bruna Bertolo, rivolese, tesi di laurea in Storia della filosofia, ha pubblicato numerosi libri di carattere storico, soprattutto sulla storia al femminile. Tra i tanti titoli Donne nel Risorgimento, Donne nella Prima Guerra Mondiale, Prime… sebben che siamo donne, Donne nella Resistenza in Piemonte, Donne e follia in Piemonte, Le donne nella Shoah. Per Neos edizioni ha scritto Maestre d’Italia, primo premio al Concorso internazionale “Marcel Proust” e suoi racconti sono compresi nelle antologie delle collane “Di Arte in Arte” e “C’era una volta in Piemonte”. Collabora, come giornalista pubblicista, a numerose testate. È Presidente dell’Università della Terza Età di Rivoli.

Ornella Testori, figlia di Renato Testori e Lucia Boetto, è nata a Cuneo nel ’46 e vive a Torino dove si è laureata in Medicina e in Biologia; ha una specializzazione in Medicina nucleare, un master in Management sanitario-telemedicina-bioetica e un Diplôme d’Études approfondies in Endocrinologia all’Università di Parigi. Dal 2004 ha diretto la Medicina nucleare dell’Ospedale di Alessandria. È iscritta ad AIDM, sezione italiana di MWIA – Medical Women International Association. Oltre al francese che è la sua seconda lingua, parla bene l’inglese e frequenta spagnolo, latino e greco antico. È autrice di oltre cinquanta pubblicazioni scientifiche.

Prefazioni di Luciano Boccalatte (Vicepresidente dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della Società contemporanea “Giorgio Agosti) e di Nino Boeti (Presidente provinciale dell’ANPI di Torino).

128 pagine – € 17,00

www.neosedizioni.it   Via Beaulard 31, 10139 Torino, Info: 0117413179

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