Il riscatto dei contributi non versati diventa più semplice e aperto a tutti, la comunicazione INPS fa felici molti lavoratori.
I contributi sono elementi necessari per il pensionamento. Ogni possibile forma di pensione è legata a requisiti contributivi mentre quelli anagrafici non sempre sono presenti. Rimane fondamentale accumulare quanta più contribuzione possibile durante la carriera lavorativa. E se il datore di lavoro avesse evaso l’obbligo di versamento?

Tutti i lavoratori dovrebbero controllare periodicamente i contributi versati accedendo al portale dell’INPS. Questo perché potrebbe capitare che per negligenza o distrazione il datore di lavoro non versi quanto dovuto. Scoprendolo subito si potrà evitare di arrivare ad un passo dal pensionamento e scoprire che molti contributi mancano. Sarebbe un duro colpo che potrebbe anche precludere l’accesso alla pensione. C’è di più, vige la prescrizione per i contributi non versati.
Significa che trascorso un certo periodo non sarà più possibile recuperarli. Una tragedia per il lavoratore che perderà soldi sull’assegno pensionistico e potrebbe dover continuare a lavorare ancora molti anni. L’INPS ha comunicato la soluzione a questo problema. La Circolare di riferimento è la numero 48 del 24 febbraio 2025. Con questo documento l’ente ha reso note le ultime modifiche alla disciplina della rendita vitalizia.
Contributi non versati, come recuperarli se prescritti
L’INPS ha sottolineato che il lavoratore con periodi di contribuzione obbligatoria mancante più versare i contributi all’ente della previdenza sociale anche se prescritti. Dovrà richiedere, nello specifico, la costituzione della rendita vitalizia con riferimento a quei periodi di contribuzione non versata.

Ad avviare l’iter potrà essere anche il datore di lavoro che non ha versato i contributi per l’assicurazione obbligatori per invalidità, vecchiaia e superstiti e non può più procedere a causa della prescrizione. Questo dovrà fare domanda all’INPS di rendita vitalizia reversibile di importo pari alla pensione o quota di pensione dovuta al dipendente per i contributi omessi.
Lo strumento da utilizzare è, dunque, la costituzione di rendita vitalizia. Previa esibizione di prove rigorose – sottolinea l’INPS – permette di versare un onere per coprire i periodi di lavoro con mancato versamento dei contributi obbligatori ora prescritti. La domanda di costituzione della rendita potrà partire dal dipendente, dal datore di lavoro o dai superstiti del lavoratore.
Se la richiesta parte dal datore sarà lui stesso a dover pagare i contributi mancanti per il danno causato al dipendente. Se la domanda partirà dal lavoratore, invece, dovrà farsi carico del pagamento al posto del datore di lavoro. Tutto questo a condizione che siano fornite prove dell’esistenza del rapporto di lavoro.