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Così in una nota il sindaco di Tortona Federico Chiodi:
“Oggi per noi Tortonesi è una giornata importante perchè inizia ufficialmente il rinnovamento del nostro Ospedale, un’operazione di rilancio che parte dall’inaugurazione del reparto di Riabilitazione, a lungo atteso, con un’innovativa gestione che vede il coinvolgimento della sanità privata a fianco della sanità pubblica che potenzierà le attività anche del Pronto Soccorso e della piattaforma ambulatoriale. Ricordo ancora quando il 3 marzo 2020, l’Assessore Regionale Luigi Icardi mi telefonò nella situazione più grave che la Sanità del nostro Paese abbia mai dovuto affrontare dal Dopoguerra a oggi, comunicandomi che questa struttura sarebbe diventata il primo Covid Hospital del Piemonte.
Non fu un momento facile, per nessuno. Chiesi solo una cosa: che la Regione si ricordasse della disponibilità degli uomini e delle donne dell’ospedale di Tortona e dei cittadini tutti. Oggi vediamo quella richiesta esaudita e il nostro Ospedale ricomincia a crescere.
Voglio ringraziare quanti hanno reso possibile arrivare fin qui, il Direttore Generale ASL AL Luigi Vercellino, gli Onorevoli Rossana Boldi e Riccardo Molinari che hanno lavorato per superare i tanti ostacoli politici e burocratici che si sono presentati; grazie a tutto il personale del nostro Ospedale, medici, infermieri, operatori sanitari, per lo straordinario impegno quotidiano e che merita di venire valorizzato con investimenti adeguati sulla tecnologia e sulla struttura, permettendogli di lavorare al meglio.
Grazie al Comitato Tortona per Ospedale che ho avuto l’onore di coordinare e che ha avviato di fatto questo processo finanziando lo studio universitario che rappresenta la base del rinnovamento del nosocomio.
Grazie ai Tortonesi per la pazienza e per la fiducia: sappiamo che qualcuno dirà che quanto si sta facendo non è abbastanza, che questo tipo di gestione non funzionerà perchè magari sperava in una gestione completamente privata dell’ospedale; qualcun altro sosterrà per ragioni politiche che non è un modello funzionale di sanità ma vorrebbe la chiusura dei presidi più piccoli. Ritornare indietro non è possibile ma guardare al futuro con coraggio, inventiva e con investimenti adeguati lo è”.