di Antonella Pratali
“Quando mi sarò deciso/d’andarci, in paradiso/ci andrò con l’ascensore/di
Castelletto”. Così scriveva Giorgio Caproni nella poesia “L’ascensore”, dedicata alla
Genova più nascosta e più vera, tutta scale, strade ripide, caruggi stretti. Gli impianti
di risalita, installati in molti punti della città, furono escogitati per alleviare la fatica e
accorciare i tempi. Chi arriva in Via Garibaldi, una delle principali strade del centro
storico, ad ammirare dentro e fuori i palazzi cinquecenteschi immortalati da Rubens
all’inizio del ‘600, può guardare quelle meraviglie anche dall’alto, se da Piazza
Portello prende l’ascensore che porta a Spianata Castelletto.
Si rimane incantati già dalla breve galleria che porta all’ascensore, in perfetto stile
liberty come la cabina e la struttura intera dell’impianto. Pochi minuti e si arriva
senza sforzo alcuno a un’ampia terrazza, ombreggiata da secolari pini marittimi e
corredata di comode panchine.
Si dice che la luminosità delle città di mare sia inconsueta e qui se ne ha conferma.
Prima di raggiungere l’orizzonte di mille tonalità di azzurro, lo sguardo viene
catturato dai tetti di ardesia del centro storico, dai giardini pensili degli uffici
comunali, dalle terrazze dei palazzi storici di via Garibaldi e dei caseggiati limitrofi.
Dall’alto della Spianata si può comprendere meglio la struttura architettonica della
città, indovinare il perimetro incerto del centro storico, scoprire l’ampiezza delle zone
portuali, individuare lo sviluppo urbanistico che nei secoli ha portato ad abitare i
monti, lontani ma ben visibili sia verso ponente che verso levante.
Per dilettare il corpo oltre allo spirito, si volta la schiena all’orizzonte aperto e ci si
avvia verso l’interno della Spianata Castelletto, dove si può gustare un gelato o una
granita in un noto locale con tavolini all’aperto, concedendosi uno sguardo curioso
agli affacci attigui degli ultimi piani di antichi caseggiati.
Sono i tipici palazzi liguri, alti e stretti, sovente dotati di due ingressi (o uscite), uno
in alto e uno in basso, utilizzabili entrambi a seconda della zona in cui ci si trova.
Questa caratteristica è stata spesso sfruttata da ladri, borseggiatori, contrabbandieri e
lestofanti di vario tipo che, inseguiti da furesti, non genovesi e dunque ignari,
volevano far perdere le proprie tracce.
Se non si desidera riprendere l’ascensore e tornare subito al punto di partenza, si può
proseguire verso il Corso Niccolò Paganini e fare una passeggiata panoramica verso
Via Bertani, dove è possibile salire sulla Funicolare Sant’Anna, per ritrovarsi
nuovamente in Piazza Portello.
Tutta questa gita costerà solo il prezzo dell’eventuale consumazione al bar, in quanto
tutti gli impianti (ascensori, funicolari e cremagliere) sono gratuiti, almeno fino alla
fine del 2023. Detto da una genovese, è importante.