Dopo Roma, Firenze, Bologna, Bruxelles, Parigi, approda a Cuneo per iniziativa
dell’Istituto Storico della Resistenza e del Comune di Cuneo lo spettacolo di musica e
parole scritto da Nino Criscenti e Tomaso Montanari L’aria della libertà – L’Italia di
Piero Calamandrei, in scena al Teatro Toselli il 26 ottobre alle ore 21, con ingresso
libero fino a esaurimento posti.
Sul palco ci saranno lo storico dell’arte Tomaso Montanari, un quartetto di musicisti e,
sullo schermo, le immagini dell’album fotografico di uno dei padri della nostra
Costituzione, Piero Calamandrei.
Nell’album, che si conserva nella biblioteca civica di Montepulciano, Calamandrei ha
raccolto le foto delle gite che quasi ogni domenica, dal 1935 fino allo scoppio della
guerra, ha fatto con un gruppo di amici in cui si trovano i nomi di alcuni dei maggiori
esponenti dell’antifascismo e della cultura italiana del Novecento: Luigi Russo, Pietro
Pancrazi, Nello Rosselli, Alessandro Levi, Guido Calogero, Attilio Momigliano,
Ugo Enrico Paoli, talvolta Benedetto Croce, Adolfo Omodeo e in qualche
occasione Franco Antonicelli e Leone Ginzburg. Non erano gite qualsiasi, e
Calamandrei lo ricorderà dopo la guerra: “Negli anni pesanti e grigi nei quali si sentiva
avvicinarsi la catastrofe, facevo parte di un gruppo di amici che, non potendo sopportare
l’afa morale delle città piene di falso tripudio e di funebri adunate coatte, fuggivano ogni
domenica a respirare su per i monti l’aria della libertà, e consolarsi coll’amicizia, a
ricercare in questi profili di orizzonti familiari il vero volto della patria”.
Tomaso Montanari sfoglia l’album di quelle fughe domenicali in piccoli centri e paesi
fuori di mano, pievi, abbazie, siti archeologici, ville monumentali, luoghi scelti “non per
estetismi turistici ma col desiderio di ritrovare, in quelle testimonianze, una tradizione di
civiltà, della quale ciascuno di noi, durante la settimana, aveva creduto, nei momenti di
maggior scoramento, di avere smarrito il senso”. Sono immagini ‘sparite’ di Tuscania,
Camaldoli, Cosa, Certaldo, Stia, Pomarance, Montegufoni, il castello di Romena
dove passò Dante, e tanti altri luoghi e paesaggi. Le foto sono accompagnate da parole di
Calamandrei, estratte da lettere, scritti vari e soprattutto dal suo diario.
A tratti la sequenza fotografica viene interrotta dall’irruzione sullo schermo di un
cinegiornale Luce che ci riporta nelle “città del falso tripudio”. È il contrappunto
all’illusorio fuoriuscitismo domenicale: “Nella gita si è riso e siamo stati allegri. Ma sotto
l‘allegria, malinconia, più pungente in primavera, in queste bellissime campagne toscane.
L’assillo che rode dentro è mordente e affannoso fino alle lacrime. Chi riuscirà ad
esprimere la tragedia della nostra generazione?”.
Una tragedia segnerà quelle gite: l’assassinio di uno dei compagni più assidui, Nello
Rosselli, appena qualche settimana dopo la sua ultima passeggiata domenicale. E le
segnerà l’angoscia del conflitto incombente: “Tutti, senza dircelo, portavamo con noi in
quelle gite la segreta malinconia di chi, andando a far visita ad una persona cara, pensa
che forse è quella l’ultima volta che la vedrà e non riesce a scacciare il funesto
presentimento: la guerra viene, la guerra verrà. C’era già su quelle colline ridenti un
presagio di distruzione”.
Dieci momenti di musica dal vivo entrano, nel corso dei 90 minuti dello spettacolo,
sui punti più intensi del racconto. Non un accompagnamento, piuttosto un intervento
che nasce dalla parola, che non interrompe il racconto ma lo sottolinea, lo amplifica.
Sono brani di alcuni capolavori della musica da camera tra gli anni 20 e gli anni 40,
da Stravinskij a Casella a Šostakovič. L’organico di pianoforte, violino, violoncello e
clarinetto è stato scelto in funzione di due opere scritte per questa singolare formazione:
una composizione di Paul Hindemith del 1938 e il Quatuor pour la fin du Temps scritto
nel 1940 da Olivier Messiaen nel campo di concentramento tedesco in cui era
internato. Del 1945 è la Sonata per clarinetto e pianoforte di Mario Castelnuovo-
Tedesco, che sarà eseguita nella parte finale dello spettacolo, in cui si sentirà come, con
Piero Calamandrei costituente, lo spirito di quelle gite è entrato nella ricostruzione del
paese e nella stessa Costituzione, con il suo altissimo, originalissimo articolo 9.
Le parole, gli incontri, le emozioni di quelle passeggiate sono vivi, attuali: sono il
programma sentimentale e politico di un’Italia che è ancora possibile. «L’Italia ha ancora
qualcosa da dire», gridò Piero Calamandrei nel 1944, riaprendo da rettore l’università di
Firenze. Quell’aria della libertà può permetterci di respirare ancora: di immaginare un
futuro diverso, un futuro semplicemente, profondamente umano.
Lo spettacolo si terrà al Teatro Toselli alle ore 21 del 26 ottobre p.v.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Info: 349.1934153