Spiagge libere, Europa Verde e Lista Sansa: “Regione interessata solo a sospendere il divieto di rilascio di nuove concessioni”

Se da una parte la Giunta Toti proverà a sospendere il divieto di rilascio di nuove concessioni demaniali ai privati per tutto il 2024 con un emendamento al Bilancio, dall’altra i consiglieri regionali della Lista Sansa promettono battaglia con un contro-emendamento e un ordine del giorno che vanno in direzione opposta: basta deroghe sulle concessioni e maggiore attenzione sulla qualità delle spiagge libere e sul rispetto della legge regionale che prevede almeno un 40% di litorale destinato alla libera fruizione. Percentuale che oggi non è rispettata da 21 Comuni su 63 (tra quelli dotati di un Piano di utilizzo demaniale), con casi limite come Loano (SV), Comune in cui le spiagge in concessione ai privati rappresentato l’86,91% del totale.
“La Regione Liguria guidata dal centrodestra di Toti dopo aver ridotto i perimetri dei parchi e deciso colate di cemento va all’assalto delle spiagge libere autorizzando il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime – attacca il deputato e co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli -. È una vergogna. Questa politica anticipa la strategia del governo Meloni di privatizzare e cementificare le ultime spiagge libere in Italia per favorire la lobby dei balneari”.
“Toti e Scajola usano il mare come fosse una cosa loro. Basta favori ai balneari. Il mare e la costa sono un bene di tutti. I liguri hanno diritto ad avere gli spazi di libera balneazione previsti dalla legge. Non dobbiamo essere costretti a pagare per godere i tesori della nostra terra – rimarca il capogruppo della Lista Sansa in Regione, Ferruccio Sansa -. Dobbiamo pretendere anche che siano rispettati i diritti dei cittadini ad accedere sempre al bagnasciuga anche entrando, gratuitamente, dagli ingressi degli stabilimenti balneari. Nel resto d’Italia funziona così. Perché in Liguria no?”.
“Un altro aspetto criticabile sulla percentuale di spiagge libere è che si fa una grande, e voluta, confusione tra spiagge libere e coste libere quando viene calcolata la percentuale da considerare come porzione di vera e assoluta fruibilità da parte di tutti – sottolinea il consigliere Roberto Centi -. Nel totale su cui calcolare la percentuale vengono infatti computati anche i tratti di arenile in prossimità dei canali e i tratti di costa bassa e scogliera, che non sono certo quelli più appetibili. Inoltre si continua a fare una grande confusione tra spiagge libere e libere attrezzate, con queste ultime che per condizioni e accessibilità diventano sempre più simili a concessioni a privati vere e proprie”.
La consigliera Selena Candia – sottolineando la partecipazione della Lista al flash mob sulle spiagge libere, in programma oggi ai Bagni San Giuliano di corso Italia a Genova (organizzato da Generazione P, Legambiente, Adiconsum Liguria/Conamal Liguria, La Supernova, Genova che osa, Fridays For Future – Genova, Italia Nostra, Comunità San Benedetto al Porto, The Black Bag) – anticipa alcuni punti che verranno inseriti nell’emendamento e nell’ordine del giorno che verranno presentati la prossima settimana in sede di Bilancio regionale.
Partiremo dai numeri per riequilibrare le situazioni imbarazzanti che si verificano soprattutto nella provincia di Savona dove sono concentrati ben 15 Comuni sui 21 totali che non rispettano il 40% minimo di spiagge libere e per chiedere che questa percentuale minima venga innalzata al 50% – sottolinea la consigliera Candia -. Parallelamente ai numeri, chiederemo anche di considerare la qualità degli arenili a disposizione per la libera fruizione. Per fare un esempio, a Genova la scogliera di Nervi è considerata spiaggia libera, ma sfido qualsiasi famiglia o persona con disabilità e problemi motori a poter usufruire serenamente di questo tratto di costa. Come ha sottolineato anche Legambiente se considerassimo solo le spiagge vere della Liguria, escludendo quindi scogliere e piattaforme, la percentuale di concessione ai privati salirebbe al 69,9%, il dato più alto di tutta Italia. Una riflessione andrà aperta anche sull’uso delle risorse dei canoni demaniali che, come suggerisce Adiconsum, potrebbero essere utilizzate ad esempio per i ripascimenti, permettendo un risparmio di risorse pubbliche. E poi toccheremo altri temi sui concessionari come la partecipazione delle associazioni ambientaliste e di tutela dei bagnanti ai processi decisionali in materia di demanio marittimo, il permesso di costruire soltanto strutture strettamente necessarie alla balneazione in materiale ecocompostabile e facilmente rimovibile e il rigido rispetto delle norme a tutela del lavoro”.
Per la co-portavoce ligure di Europa Verde, Simona Simonetti, dietro alle concessioni ai balneari c’è anche un aspetto di sviluppo turistico da considerare. “La privatizzazione delle spiagge oltre a limitare i diritti dei cittadini, rende estremamente oneroso l’accesso al mare e di conseguenza frena lo sviluppo dell’ospitalità turistica – osserva Simonetti -. Ci rimettiamo come cittadini e come capacità di posti di lavoro ‘turistici’”.

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