Liguria, Roberto Centi boccia la deroga al dimensionamento scolastico: “Una storia infinita che genera solo confusione”

Il combinato disposto tra la grottesca vicenda del dimensionamento scolastico portata avanti da Regione Liguria a fine novembre e la norma contenuta nel decreto Milleproroghe varato da poco dal governo, che abbassa da 16 a 12 le scuole da accorpare in Liguria, ha generato incertezza e confusione non solo negli addetti ai lavori, uffici scolastici regionali e provinciali, dirigenti scolastici e docenti, ma soprattutto negli alunni e nelle loro famiglie, che in tutte le province della Regione non sanno ancora che fine faranno. Come ho avuto modo di sottolineare più volte, anche nell’ultimo Consiglio regionale sul tema, un’assunzione di responsabilità da parte della Regione avrebbe evitato i rischi portati dal delegare scelte strategiche per i territori ad un commissario ad acta nominato da Roma e lontano dalle reali esigenze dei territori”.
Questo il commento del consigliere regionale della Lista Sansa Roberto Centi alla notizia della deroga sugli accorpamenti scolastici inserita dal governo nel decreto Milleproroghe.
“Le uniche certezze sono che la matassa ingarbugliata dalla Regione e dalle Province stesse verrà sbrogliata d’imperio da un Commissario ad acta e che al momento le uniche province che hanno proceduto al loro compito, peraltro in modo raffazzonato e rocambolesco, sono state La Spezia e Imperia, che hanno eliminato rispettivamente tre e quattro dirigenze, accorpando di fatto rispettivamente sei e otto scuole – spiega il consigliere regionale -. Genova non ha fatto nulla e Savona non ha accorpato in due casi su tre. Si è verificato in pratica quello che avevamo denunciato più volte sia nelle Commissioni che nei Consigli Regionale e Provinciale: come al solito in questa Regione esistono figli e figliastri e, come al solito, La Spezia finisce nel tritacarne, o per mancanza di iniziativa politica nel difenderla o per incertezze e parzialità nelle procedure”.

“Ora la situazione pretende un’unica soluzione, visto che il Governo, con grave errore e tra mille autentici sprechi, ha insistito nel non destinare alla scuola i fondi aggiuntivi che le consentirebbero di procedere senza tagli – sottolinea Centi – si accorpino in fretta le scuole genovesi che devono essere accorpate (almeno 4 su 6) eliminando uno squilibrio prevaricatore e furbesco nei confronti del resto della Liguria e si accorpi una scuola in meno in provincia della Spezia e una in provincia di Imperia”.

“Auspico poi che si colga l’occasione per rivedere in ogni provincia il piano generale di dimensionamento, adottando soluzioni serie e condivise, che guardino realmente ai territori, prevedendo nel caso anche distribuzioni e spacchettamenti diversi dei plessi nella distribuzione alle singole scuole – conclude il consigliere regionale -. Il tutto adottando criteri che guardino a una realistica proiezione futura del numero di alunni e tengano conto delle progettualità didattiche e formative, senza favoritismi politici o territoriali, come accaduto alla Spezia e da noi più volte denunciato”.

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