di Patrizia Monzeglio
Essere stato un procuratore nella vita diventa un grande vantaggio quando si diventa scrittori di gialli. Giorgio Vitari, che procuratore lo è stato per più di quarant’anni, usa la sua esperienza per dare ai romanzi quel tocco di realismo nella descrizione dei meccanismi investigativi che è molto apprezzato dai lettori.
Nel libro “Il procuratore e il diavolo di Lucedio” il protagonista Francesco Ròtari si trova alle prese con l’omicidio di un uomo colpito alla testa con una statuetta raffigurante il diavolo ma, come ci spiega l’autore, gli indizi sembrano portare a due piste apparentemente molto diverse.
«Una legata a vicende ereditarie che potrebbero danneggiare un’influente e ricca famiglia vercellese, l’altra invece inserita nel contesto di antiche leggende sataniche che hanno numerosi e insospettabili seguaci».
La storia si svolge fra Vercelli, l’Abbazia di Santa Maria di Lucedio e la chiesetta della Madonna delle Vigne con i loro misteri di cripte segrete, salme mummificate di abati e strani affreschi. Chiediamo a Giorgio Vitari «Com’è nata l’idea di ambientare il romanzo in questi luoghi?».
«Sono casualmente venuto a conoscenza dell’esistenza sia del complesso denominato Principato di Lucedio sia delle leggende ad esso collegate: ho trovato il tutto molto affascinante, ottimo per inserirci un thriller».
“Il procuratore e il diavolo di Lucedio” non è la prima avventura del procuratore Francesco Ròtari. Giorgio Vitari ci racconta «Quando sono andato in pensione, nel 2018, mi sono chiesto come impiegare il mio tempo. Per un po’ ho provato anche con il golf ma ho presto capito che buttavo soltanto via i soldi, per cui ho deciso di scrivere dei romanzi. Al riguardo ho fatto un paio di scommesse con me stesso. In primo luogo avrei descritto la realtà perché ho imparato nella mia professione che essa è spesso più affascinante della fantasia. Gli omicidi sono inventati, ma verissime sono le ambientazioni. Chi legge un mio romanzo può “vedere” la realtà delle indagini di un procuratore della Repubblica, dei rapporti con la polizia giudiziaria, con avvocati e colleghi. La seconda scommessa era che non sarei ricorso a un linguaggio volgare o a inutili scene truculente. Così è stato, anche se oggigiorno può apparire uno snobismo. Forse ho vinto la scommessa, ormai sono prossimo all’uscita del mio quinto romanzo».
L’estate è stagione di “gialli” e questo libro, oltre a catturarci e rilassarci, ci offre l’opportunità di conoscere luoghi e leggende non a tutti note. Il Principato di Lucedio è un complesso architettonico che merita una visita quindi una gita in loco potrebbe anche essere un’idea.
Prima o dopo la lettura? A voi l’imbarazzo della scelta.
Potete vedere una video-intervista a Giorgio Vitari nella puntata del “Libronauta” di Franca Rizzi Martini al link: https://youtu.be/esDo1VJ_HYM
Il prossimo appuntamento di “Libri, luoghi, scrittori” sarà con Giovanni Casalegno e il suo libro “Una primavera italiana”.
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