Si intitola L’America di Cesare Pavese e Fernanda Pivano: tra mito e letteratura il primo degli appuntamenti off del Pavese Festival 2023. Relatori sono stati Iuri Moscardi ed Enrico Rotelli, che venerdì 30 giugno alle 17 nella chiesa sconsacrata dei SS. Giacomo e Cristoforo qui a Santo Stefano Belbo hanno presentato i loro libri di recente uscita. Due volumi distinti per il taglio – accademico l’uno, molto personale l’altro – ma uniti dal filo rosso dell’influenza e del fascino che gli Stati Uniti hanno esercitato su due protagonisti della cultura italiana, a loro volta indissolubilmente legati: Cesare Pavese e Fernanda Pivano.
A unirli fu un profondo rapporto personale e professionale. Pavese fu infatti suo supplente al liceo, mentore e promotore della sua prima traduzione famosa (l’Antologia di Spoon River, pubblicata nel 1943) nonché maestro e confidente. Senza dimenticare che le propose due volte di sposarlo.
Cesare Pavese mitografo, traduttore, modernista
Ad aprire l’incontro, Laura Nay – direttrice del Centro studi Gozzano-Pavese e ordinaria di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Torino – ha dialogato con Iuri Moscardi . dottorando in Letterature comparate a New York e nostro collaboratore per la rubrica Dialoghi con Pavese – a proposito di Cesare Pavese Mythographer, Translator, Modernist: A Collection of Studies 70 Years after His Death, da lui curato per Vernon Press (2023).
Il volume accademico nasce da un panel proposto da Moscardi per una conferenza nel 2020, 70 anni dopo il suicidio di Pavese. Saltata la conferenza a causa del Covid, il panel è diventato un libro aprendosi a ulteriori studiosi e studiose. I sette saggi della raccolta si concentrano su tre aspetti dell’opera pavesiana: i miti classici, la letteratura anglo-americana e il modernismo. Oltre a Moscardi (autore dell’introduzione), altri autori sono Salvatore Renna (Freie Universität, Berlino), Maria Concetta Trovato (Università degli Studi di Catania), la prof.ssa Monica Lanzillotta (Università della Calabria), la prof.ssa Kim Grego (Università degli Studi di Milano), il prof. Mark Pietralunga (Florida State University), Francesco Chianese (Cardiff University / California State University Long Beach) e Carlo Tirinanzi de Medici (Università degli Studi di Trento). Il volume, grazie alla triplice prospettiva e alla molteplicità di contributi, offre nuovi spunti per lo studio dello scrittore, cercando allo stesso tempo di delinearne un ritratto il più completo possibile.
Nanda e io
Nella seconda parte dell’incontro, la parola è passata a Enrico Rotelli per la presentazione del suo ultimo libro, Nanda e io. I miei anni con Fernanda Pivano (La Nave di Teseo, 2023). Il volume è un memoir in cui l’autore racconta i cinque anni trascorsi come assistente personale di Fernanda Pivano, per la quale ha lavorato dal 2004 fino alla morte di lei nel 2009, aiutandola nella stesura della sua autobiografia. Un periodo ricco di viaggi, incontri, aneddoti che l’autore ripercorre in prima persona, con dolcezza e grandissima stima.
Di Pivano, Rotelli – che collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera con articoli sulla letteratura statunitense che gli sono valsi il premio Amerigo 2020 – ha curato, tra gli altri, i volumi Diari 1917-1973 e Diari 1974-2009. A dialogare con l’autore è stato proprio Iuri Moscardi, che conosce Rotelli da quando per la tesi di laurea – poi premiata con il Premio Pavese 2012 – studiò il dattiloscritto con la prima traduzione di Spoon River dimostrando il contributo di Pavese