“Un tir lumaca che partirà dall’aeroporto, in prossimità dell’area ex Ilva, che riteniamo essere l’unica adatta a realizzare quell’autoparco di cui parliamo da oltre trent’anni”. Ad annunciare la particolare protesta, organizzata per lunedì 4 marzo, sono le imprese di autotrasporto che operano su Genova, e soprattutto da e per il suo sistema portuale: AliAI/Alia Claai, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai Liguria, Fiap, Legacoop e Trasportounito.
Le imprese denunciano una condizione che ha ormai superato il limite di guardia in un contesto generale sempre più preoccupante. L’assenza di parcheggi per i mezzi pesanti, stimati dalle scriventi associazioni in un fabbisogno di almeno 800 stalli, trovano oggi una risposta provvisoria e frammentata di circa il 30% in singole aree di parcheggio che, a breve termine, non saranno più disponibili in quanto “soppressi” per lo sviluppo dei cantieri che interesseranno il territorio. Per questo, nel periodo di transizione, serve una programmazione condivisa e trasparente anche per la gestione degli spazi temporanei ad oggi destinati a parcheggio.
A repentaglio è la sicurezza sociale e della circolazione. Un grave freno occupazionale per le imprese e gli autisti genovesi.
Le imprese dovranno cercare sempre più autisti che portino fuori da Genova i mezzi pesanti e non saranno più in grado di garantire alle loro committenze con una sosta sicura in aree videosorvegliate.
La mancanza di un autoparco per una città come Genova non è più sostenibile.
Difficile pensare di poter affrontare in modo competitivo, sostenibile e sicuro lo sviluppo legato alla portualità ligure e alla logistica.
L’autoparco è anche la risposta alla dignità di chi lavora in un settore strategico che muove l’economia, una risposta alle condizioni del luogo di lavoro. Un autoparco non è solo un parcheggio, ma un’area attrezzata e di servizi con attività di supporto quale volano di un indotto occupazionale.
Stiamo parlando di sicurezza in generale, di sostenibilità ambientale, di integrazione porto-città.
Il tema della sicurezza si lega a quello della viabilità e della fragilità delle infrastrutture e della rete autostradale.
“È stata una vera e propria beffa, che riteniamo inaccettabile, l’aumento tariffario del pedaggio autostradale, mai paventato negli innumerevoli tavoli di lavoro comuni, nei confronti di un territorio martoriato da continui cantieri – sottolineano le imprese di autotrasporto -. Anche su questo tema per tutto il tessuto socioeconomico, chiediamo una tutela maggiore, gli aumenti tariffari non possono essere e non devono essere indiscriminati, non spetta all’utente pagare per opere e controlli non effettuati in passato”. “Per la nostra città e per lo sviluppo del porto non possiamo più attendere – concludono le imprese – per questo il 4 marzo desideriamo richiamare l’attenzione di tutti con una giornata di protesta per l’intera comunità dell’autotrasporto”.