Un’occasione inedita e preziosa di parlare di “Immaginari di collina”.
L’appuntamento è per sabato 23 marzo, alle 10, nella sala Beppe Fenoglio ad Alba (via Vittorio Emanuele
II).
L’incontro dal titolo “Immaginari di collina. Il caso del Quarto Re Magio in Langa”, organizzato dalla
“Fondazione Radici per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato” e dalla casa degli alfieri nell’ambito
di un progetto per la Regione Piemonte per la valorizzazione e promozione dei propri beni archivistici e
bibliografici di interesse culturale, si propone l’obiettivo di aprire la discussione riguardante quel che
rimane e quel che si può salvare e riproporre dei saperi di tradizione da consegnare al domani.
E’ organizzato con la collaborazione dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero e di Astigiani, rivista di
storia e storie.
L’occasione, nata dal ritrovamento di un’antica formularità rituale legata al mito del Quarto Re Magio,
riaccende i riflettori su un teatro fatto di gesti e di parole contadine che devono ritornare ad abitare le
nostre colline, maschere di un passato che può ancora dar vita a un immaginario di cui sentiamo sempre
più il bisogno.
Coordinerà l’incontro Marcello Pasquero della Fondazione Radici, con interventi dell’antropologo prof.
Piercarlo Grimaldi, Bruno Bertero direttore Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Antonio Degiacomi
presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo, Sergio Miravalle direttore di Astigiani, con saluti delle
autorità.
“Per indagare le ragioni delle nostre comunità e poterne intuire un destino e un’identità – commenta il prof.
Piercarlo Grimaldi – dobbiamo ripartire da una condivisa eredità di bellezza orale, che i nostri progenitori ci
hanno trasmesso in forma poetica. Un patrimonio che può costituire, nella contemporaneità, una risorsa per
salvaguardare, valorizzare e comunicare le esperienze e i saperi di un paesaggio in profonda
trasformazione”.
Gli interventi artistici saranno di Antonio Catalano e Claudio Zanotto Contino della casa degli alfieri.
Antonio Catalano, il poeta della Meraviglia, ha scritto e portato in scena negli ultimi due anni il racconto
“Artabàn. La leggenda del Quarto Re Mago” in cui narra in modo tenero e ironico delle vicende di quello
che secondo lui è il più evangelico tra i Magi”, intento a ricucire il mondo, sul suo dondolante cammello,
tra parole, magie, canti e lettere d’amore.
Secondo la tradizione il Mago Artabàn, ha smarrito la stella e non è arrivato a Betlemme insieme agli altri
Magi, ha vagato per trentatré anni impegnando la sua vita ad aiutare i poveri e gli oppressi, e infine è
giunto a Gerusalemme il giorno della Crocifissione.
Protagonista di una vasta letteratura internazionale, Artabàn è stato il fulcro di studio da parte del prof.
Piercarlo Grimaldi, consulente antropologico per la casa degli alfieri e ideatore con Luciano Nattino
dell’Archivio Teatralità Popolare in seno alla casa degli alfieri, che ne ha individuato un'origine folclorico-
tradizionale nel Monferrato, come per la figura del Gelindo.
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