Quarantacinque anni fa la moriva Carlo Casalegno

Oggi ricorre il quarantacinquesimo anniversario della morte di Carlo Casalegno per mano delle Brigate Rosse.
Il 16 novembre 1977 alle ore 13,55, mentre stava ritornando nella propria abitazione in corso Re Umberto 54 per il pranzo, Carlo Casalegno fu vittima di un agguato da parte di un gruppo di fuoco della colonna torinese delle Brigate Rosse formato da Raffaele Fiore, Patrizio Peci, Piero Panciarelli, Cristoforo Piancone e Vincenzo Acella.
Sembra che i brigatisti avessero inizialmente pianificato di gambizzarlo ma, dopo una serie di rinvii e dopo una discussione interna alla colonna torinese, venne deciso di ucciderlo a causa dei suoi nuovi articoli ritenuti fortemente polemici nei riguardi della lotta armata.
I brigatisti avevano previsto di colpire il giornalista direttamente nell’androne del palazzo; Raffaele Fiore aveva il compito di sparare, coperto da Piero Panciarelli, mentre Peci rimase a sorvegliare l’area armato di mitra, Acella era alla guida dell’auto predisposta per la fuga.
Una pistola Nagant M1895, simile a quella usata da Raffaele Fiore per uccidere Casalegno: era la stessa arma impiegata dai brigatisti per uccidere in precedenza Fulvio Croce.
Nel momento dell’arrivo di Casalegno nell’androne, Panciarelli e Fiore si avvicinarono e quest’ultimo lo chiamò per farlo girare ed evitare di colpirlo alla schiena.
Casalegno si voltò e venne immediatamente raggiunto da quattro colpi al volto esplosi da Fiore con la sua pistola Nagant M1895; subito dopo i brigatisti si allontanarono, convinti di avere ucciso il giornalista che invece, pur avendo subito gravissime lesioni da arma da fuoco alla bocca e alla mandibola, non morì subito.
Immediatamente soccorso dalla moglie, Casalegno venne ricoverato in condizioni gravissime con il volto devastato all’ospedale Le Molinette.
In quel frangente a Torino si cercarono di organizzare manifestazioni di solidarietà: la sera seguente il giorno dell’attentato (17 novembre), ci fu una manifestazione popolare di cittadini contro il terrorismo a piazza San Carlo con la partecipazione di alcune migliaia di persone.
Nonostante un apparente miglioramento, il vice-direttore de La Stampa morì il 29 novembre 1977, dopo 13 giorni di agonia. I funerali si tennero il 1º dicembre nella chiesa del quartiere Crocetta. Tra i presenti illustri l’avvocato Gianni Agnelli, i politici Bettino Craxi e Giovanni Spadolini e l’allora ministro Carlo Donat-Cattin.
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