Rossella Seno e il suo nuovo album ‘La Figlia di Dio’

di Guido Michelone

C’è anche lo zampino di un cantautore del Limonte, Federico Sirianni, attivo fra Genova e Torino, nel nuovo disco
La Figlia di Dio di Rossella Seno, veneziana, da tempo residente a Roma, splendida ragazza dai ricci capelli rossi, con
trascorsi fra moda e cinema, ora impegnata nel cosiddetto teatro-canzone dagli echi cabarettistici, titolare di due
prestigiosi album, Pura come una bestemmia e appunto La Figlia di Dio, uscito da pochi giorni. Rossella si presta
volentieri a una franca intervista dove svela alcuni dettagli su questo notevole lavoro discografico, che avrà presto
anche una versione concertistica per girare l’Italia e, perché no, approdare anche in Liguria e in Piemonte, magari con
Sirianni ospite d’onore.
Rossella, come è nata e poi realizzata l’idea di questo tuo nuovo disco?
Nasce da un brano di cui mi parlò Federico Sirianni dopo aver visto la copertina di Pura come una bestemmia : “La
figlia di Dio”, perfetta per quell’album. Appena letto il testo decisi che “doveva” essere mio, e misi in atto una sorta di
vero e proprio stalkeraggio, essendo destinato infatti a un’altra persona. Alla fine la spuntai! Da lì iniziò questo nuovo
percorso, il proseguimento, diciamo il “completamento” del precedente album, c’erano rimaste ancora molte cose da
dire.
E forse ce ne saranno da dire anche dopo il secondo?
E infatti non escludo “la trilogia”! Già perché non appena concluso un lavoro, quel benedetto figliolo di Sirianni mi
fa puntualmente ascoltare qualcosa che avrei potuto (e voluto) inserirci…(sorriso)…
E per quanto riguarda la realizzazione de La Figlia di Dio?
Io mi sono affidata a Massimo Germini e agli autori del precedente disco, più una new entry, Allan Taylor,
meraviglioso songwriter inglese, che per me ha scritto “Sing me”. Sua la voce dell’ultima strofa. Le traduzioni in
italiano di “Sing me” e di “The dove” sono di Sirianni. E poi la singolare interpretazione di Alessio Boni, che mi onora
della sua presenza recitando una poesia di Michele Caccamo. Il tutto coordinato da Massimo Germini, che è autore di
otto brani , arrangiatore e produttore del disco.
Rossella, tu ami definirti ‘cantantessa’o ‘cantattrice’ perché ricoprì un ruolo – quella dell’interprete d’autore – che è
andato un po’  perso rispetto al boom di tante, forse troppe ‘cantautrici’. Ma oltre il canto, quanto c”è di tuo in questi
album?
In realtà è “cantattrice”, ma cantantessa va più che bene! Con La Figlia di Dio c’è molto del mio. Mi confronto di
volta in volta con gli autori, che sapientemente traducono in testo e musica ciò di cui vorrei parlare.
Ad esempio nel brano Zohra tu affronti un tema drammatico…
Zohra… quando lessi di questa bimba, domestica a otto anni, che fu torturata e uccisa dai "padroni” – quanto orrore
in una sola parola! – per aver liberato (accidentalmente?) due pappagallini dalla gabbia, le giurai che non avrei
dimenticato, che l’avrei cantata, ed è grazie alla straordinaria penna di Passante che sono riuscita a tener fede alla mia
promessa. Ma non mi limito a questo, seguo il lavoro dall’inizio alla fine, attenta a qualsiasi cosa.
Su cos’altro ti sei concentrata?
La copertina, per esempio, di Stefano Ripamonti, il nuovo “Manara” come molti lo definiscono. Ha capito
immediatamente ciò che volevo, mettendoci ovviamente del suo.
Ci sono ulteriori aspetti da sottolineare maggiormente a livello sia di musica sia di testi dei dodici brani che hai
registrato?
L’eterna contrapposizione tra il bene e il male, tra l’essere e l’avere. La possibilità di una ricerca più profonda, meno
ingannevole. La libertà di uscire dagli schemi imposti dal mainstream e dalle logiche del mercato.
Ma tu, Rossella Seno, hai delle preferenze tue – molto personali – fra questi dodici pezzi?
No, come si suol dire “sono tutti pezzi di cuore”, anche se c’è un brano biografico, scritto da Pavone e Germini,
“Prima che il gallo canti” che dice molto di me..
Dove, come, quando stai proponendo l’album in concerto?
Inizierò da Roma, il 12 marzo, al Tag.
Altro da aggiungere?
Solamente ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutata a realizzare questo album, te per questa intervista, e i
lettori che spenderanno il loro tempo per leggermi.

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