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Due squadre in Serie A1 (maschile e femminile), talenti sfornati a getto continuo da un settore giovanile unico in Italia, una scuola sincro in netta ascesa e tanta, tantissima, passione. Questo e molto altro è il mondo del Netafim Bogliasco 1951. Un mondo fatto solo in apparenza di sport ma in verità costituito dal costante impegno profuso giornalmente da ogni suo singolo componente.
Un mondo che da qualche mese ha accolto tra le sue fila, affidandogli il ruolo di membro del consiglio direttivo, uno degli imprenditori più apprezzati ed affermati del panorama genovese: Sebastiano Gattorno. “Ammetto che non conoscevo bene né Bogliasco né l’ambiente pallanuotistico in generale ma quello che ho avuto modo di vivere in questi mesi mi ha piacevolmente sorpreso – rivela Gattorno – Sto affrontando un’esperienza nuova e stimolante che per certi versi sta andando oltre le mie aspettative. La cosa che più apprezzo è l’ambiente estremamente sano che ho trovato. Malgrado si disputino campionati ai maggiori livelli non c’è quella frenesia del risultato e quell’isteria collettiva che si riscontra in altre discipline. Non che i traguardi qui non contino, visto che stiamo pur sempre parlando di attività agonistica d’eccellenza. Ma non sono un’ossessione e non vengono fatti drammi quando questi non arrivano. I veri traguardi da raggiungere sono altri. Principalmente sociali e culturali. E in questo devo dire che il Bogliasco sta dimostrando davvero di avere pochissimi rivali”.
Ma com’è avvenuto il suo ingresso all’interno del mondo bogliaschino? “Conoscevo alcuni dirigenti della società e altri li ho conosciuti nei mesi scorsi. I rapporti con il presidente Simone Canepa, con il direttore sportivo Gianni Fossati, con il capitano della prima squadra Gimmi Guidaldi si sono fatti via via sempre più intensi ed è nata una stima reciproca. Ho avuto modo di vedere da vicino la passione e la professionalità che mettevano nel gestire la società e l’ho apprezzato molto. Così quando mi è stato chiesto se avessi avuto l’intenzione di portare la mia esperienza all’interno dell’organigramma del Bogliasco è stato per me quasi naturale accettare la proposta e provare a dare il mio contributo”.
Da neofita dell’acqua clorata in cosa ritiene che si debba migliorare questa disciplina? “Da delegato al rapporto con le istituzioni devo constatare a malincuore che la pallanuoto soffre di scarsissima considerazione al di fuori della stretta cerchia di chi ne fa parte. E non parlo soltanto delle istituzioni nazionali ma anche e soprattutto di quelle locali. La pallanuoto è di gran lunga lo sport più diffuso in Liguria, nonché quello che con le sue società e i suoi atleti porta da sempre maggior lustro alla nostra regione. Malgrado il nostro sia un territorio molto piccolo e con un numero limitato di abitanti, a livello nazionale facciamo la parte del leone, avendo il maggior numero di club e di giocatori rappresentati nei principali tornei italiani e internazionali. Eppure troppi sembrano non rendersi conto di questo, rivolgendo il proprio sguardo verso altre discipline. Probabilmente più popolari ma certamente non in grado di vantare gli stessi successi sportivi e sociali della pallanuoto. Penso che sia ora di cambiare qualcosa. Serve maggiore attenzione verso questa disciplina”.
Chi invece in questo sport continua a credere, investendo tempo, denaro ed energie, sono gli sponsor, benzina indispensabile per permettere al motore della pallanuoto di continuare a girare. Sono loro il rovescio della medaglia illustrata poco fa?: “L’impegno che ogni sponsor, anche il più piccolo, riserva alla pallanuoto è fondamentale ed encomiabile – prosegue Gattorno – senza di loro moltissime realtà semplicemente non esisterebbero. E ciò creerebbe un danno enorme al nostro Paese. Non tanto dal punto di vista sportivo, quanto sotto l’aspetto civile e sociale. L’importanza della sport è del resto unanimamente conosciuta ma senza il sostegno economico sarebbe impossibile offrirlo ai nostri ragazzi. Anche per questo motivo bisogna aumentare la visibilità e la promozione sulla pallanuoto. Noi ci stiamo provando e anche se da soli non possiamo fare tutto, tenteremo ugualmente a fare anche i miracoli pur di continuare a garantire a decine di ragazzi e ragazze di poter essere educati da questo incredibile sport, vera e propria palestra di vita”.