Genova, Luca Ponzi presenta il suo libro su Matteo Messina Denaro davanti a un bene confiscato alla mafia

La mafia allunga le mani anche su Genova e la Liguria, non è un fenomeno confinato al sud,
anzi. Lo dimostrano i tanti beni confiscati ai clan presenti nel centro storico genovese. E proprio davanti a uno di questi,
in piazza don Gallo, si parlerà di come poter combattere le mafie, durante la presentazione del libro di Luca Ponzi
(Responsabile della Rai della Liguria) “L’ultimo Padrino. Vita morte e crimini di Matteo Messina Denaro”, Rubbettino
Editore. L’appuntamento è per lunedì 25 marzo alle 18 nella sede di Defence for Children in piazza don Gallo 5-6-7r. Con
l’autore ne discuteranno Roberto Centi, presidente della Commissione Antimafia della Regione Liguria e Pippo Costella,
direttore di Defence for Children. Modera il giornalista Matteo Agnoletto.
“Negli ultimi anni le varie indagini hanno permesso di portare a conoscenza gli intrecci che le diverse organizzazioni
mafiose hanno in Liguria: 'ndrangheta, camorra, cosa nostra e mafie straniere. Dobbiamo tenere alta l'attenzione e non
considerarci immuni dalla presenza di fenomeni mafiosi, di ogni tipo, origine e natura – sottolinea il presidente della
Commissione Regionale Antimafia della Liguria, Roberto Centi -. L’arresto dopo 30 anni di latitanza di Matteo Messina
Denaro ha chiuso un capitolo della stagione della mafia stragista, ma non dobbiamo dimenticare che oggi la mafia non è
più quella degli anni Novanta e precedenti, è una mafia che ha bisogno di professionisti scafati nell'ambito della pubblica
amministrazione, degli appalti, delle filiere finanziarie: una mafia di colletti bianchi che fa meno morti ma che è altrettanto
insidiosa e pericolosa, specie nei suoi rapporti con quelle internazionali, presenti in Italia e, nello specifico, anche in
Liguria”.
Piazza don Gallo è un luogo scelto non a caso, non solo per la presenza di beni confiscati ai clan, ma anche per la sede
di Defence for Children: a Matteo Messina Denaro si devono infatti molti crimini efferati che hanno portato alla sofferenza
anche di tanti bambini. “Dietro gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino c’era lui. Così come dietro le bombe a Milano,
Roma e Firenze. Su alcuni di quelli che sono i misteri dell’Italia degli ultimi tre decenni ci sono le sue impronte digitali –
spiega l'autore, Luca Ponzi -. Il libro si sofferma anche sull'umano, non sempre il migliore, con le sue debolezze, la
passione per la bella vita, a partire da quella vacanza a Forte dei Marmi, l’ultima da uomo libero, fino alle belle donne,
tanto da non esitare a far uccidere un rivale in amore. Un uomo che si disperava per i pessimi rapporti con la figlia e che
ogni anno ricordava il padre, capomafia anche lui, con un necrologio pieno di affetto”.
Il libro di Luca Ponzi ricostruisce la vita del boss, a partire da quando era bambino nella valle del Belice, passando poi
alla conquista del potere all’interno di Cosa nostra fino ai trent’anni di latitanza e alla cattura avvenuta in una clinica di
Palermo dove era in cura per sottoporsi alla chemioterapia, e prova a far luce sulle protezioni e i legami ad ogni livello.
Massoneria, politica, servizi segreti, ma anche la cosiddetta società civile, in molti sapevano, ma non hanno mai parlato.
E anche lui ha deciso fino all’ultimo che il suo silenzio avrebbe fatto molto meno rumore.
“Parlare di mafia vuol dire sempre combattere il silenzio, l’invisibilità e l’indifferenza – conclude il direttore di Defence for
Children, Pippo Costella -. Tutti elementi che alimentano una società sempre più spaesata e in balia di poteri che non
vede e non comprende. Dare luce a trame e fatti che hanno accompagnato nel buio la nostra storia vuol dire assumersi
una responsabilità anche nei confronti delle nostre più giovani generazioni”

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