Giornata della Memoria, tre opere per ricordare

di Guido Michelone

Venerdì 27 gennaio si commemora in tutto il Mondo la Giornata della Memoria per rammentare le vittime
dell’Olocausto nazista, prendendo a pretesto simbolico la data in cui i Russi – alleati di Americani, Britannici, Francesi
contro La Germania di Hitler – entrarono nel lager di Auschwitz in Polonia,m liberando le poche centinaia di superstiti
e constatando l’orrore del peggior crimine dell’intera umanità. In tutt’Italia la Giornata della Memoria viene ricordata
nelle scuole mediante iniziative (letture, mostre, conferenze, spettacoli) mentre la sera cinema e teatri sono aperti a
proiezioni, concerti, recite. Per non dimenticare il ruolo dei bambini in questo immane Olocausto si possono citare tre
opere importanti, la cui conoscenza sia individuale sia collettiva è sempre utile per imparare a tener lontano il male:la
prima riguarda un libro scritto in fondo da una bambina proiettata verso l’adolescenza: si tratta del celeberrimo Diario
(1947) dell’olandese Anna Frank (1929-1945) la quale racconta il dramma della prigionia, in quanto nascosta con la
famiglia a casa di amici dietro una fina parete, prima che, a causata una spiata, venissero tutti deportati a Bergen-
Belsen, dove lei morì di stenti pochi giorni prima della Liberazione; il testo con il punto di vista della tredicenne verso il
mondo adulto è ancora oggi commovente. La seconda opera riguarda il film Il Labirinto del silenzio (2014) di Giulio
Ricciarelli visionabile su Rai Play: un lungometraggio tedesco diretto da un italiano che racconta come un giovane
avvocato riesce a imbastire clamoroso processo di Francoforte (1963), dove per la prima volta la Germania Ovest fa i
conti con i criminali di Auschwitz dimenticati, rimossi o di proposito impuniti (su 22 sospetti ben 17 verranno
condannati); un film dove il protagonista dà la caccia al famigerato dottor Mengele, reo di esprimenti mortali sui minori
(soprattutto gemelli). Infine una canzone che diventa il libro illustrato per l’infanzia: Auschwitz (2019, Lapis Edizioni)
di Francesco Guccini con le immagini della pittrice Serena Viola vede le liriche della famosa ballata del cantautore
emiliano trasformata in evocativi quadri coloratissimi, dal tratto quasi surreale. Il punto di vista del bimbo morto in una
camera a gas e poi passato al forno crematorio forse non può che avere tale visionarietà. Se insegnanti e genitori
fruissero assieme ai bambini queste tre opere, la consapevolezza di una nazione civile di certo aumenterebbe in maniera
esponenziale.

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