Massimo Iaretti 
di Giovanni Alpa
Siamo alle solite nell’ Ufficio postale di Via Airaghi a Genova Pra’, anzi, per non mancare nei confronti della grammatica, è meglio scrivere che giovedì mattina, siamo stati alle solite. Mi spiego meglio: l’ Ufficio postale di Pra’, ampio e spazioso, luminoso e dotato di vari sportelli sempre presidiati da personale qualificato e disponibile verso l’ utenza, rivela una nota stonata dovuta proprio all’ eccesso di luminosità nelle belle giornate. Il “postamat”, situato all’ esterno in direzione mare, nelle mattinate soleggiate è inagibile a causa dei raggi solari che ne interdicono l’ utilizzo del video. Solitamente le persone che non manchino di buona creanza si rivolgono al personale che provvede ad ovviare l’ abituale inconveniente ma questa mattina, una signora con conduceva seco un cagnolone che a me risultava anche simpatico, dopo aver provato a prelevare il contante dal sistema elettronico a cui abbiamo testè accennato, rientrava nell’ ufficio e apostrofate le impiegate come se fossero state in grado di inviare una e mail al buon Dio per interdire momentaneamente i raggi solari, pretendeva che le stesse si attivare per rimediare l’ inconveniente. Gli altri utenti si dettero di gomito guardandosi reciprocamente in sottecchio, poi fu un’ impiegata di buona volontà a provvedere alla sua pratica senza l’ ausilio delle moderne diavolerie elettroniche. Detto questo, va da se un’ osservazione: siamo negli Anni Venti del Duemila e non si provvede affatto a munire il banco posta di uno schermo manuale, movibile a seconda dell’ intensità della luce. Evitiamo di dire “siamo in Italia” , ” ci governano dei ladri ” ed altre pinzelacchere da fermata dell’ autobus. E’ certo che i problemi reali siano ben altri ma se è proprio dalle piccole cose che si può ovviare a certi inconvenienti, pensiamo che questa potrebbe costituire un’ occasione
