Una riflessione di teoria politica a proposito di Tristan da Cunha

di Giovanni Alpa

Riprendendo, a proposito dell’ isolo di Tristan de Cunha, il recente articolo di Massimo Iaretti, viene da riflettere su due teorie politiche, solitamente antitetiche tra loro: monarchia e comunismo. Come si può evincere dall’ etimologia della parola, la forma di monarchia che molte volte è degenerata in autocrazia, non è quella monarchia moderna che oggi conosciamo nel Regno Unito, in Danimarca o in Giordania ma è il potere di una singola persona che solitamente, ma dal punto di vista storico non obbligatoriamente, appartiene al ceto di spada. Su cosa, invece, sia il comunismo, il dibattito, sia fra i comunisti che fra i non comunisti ,va tutt’ oggi all’ infinito. Noi riteniamo, per spiegare cosa non sia e cosa sia il comunismo, richiamare l’ attenzione su quanto scritto, nel 1846, da Marx e da Engels, coautori dell’ opera “L’ ideologia tedesca”. I due teorici del proletariato mondiale che nel 1875, al Congresso di Gotha, daranno vita ad un moderno Partito socialista in Germania, ne “L’ ideologia tedesca” del 1846, avevano scritto: ” Il comunismo, per noi, non è uno stato di cose che debba essere instaurato… Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente”. Torniamo a noi; torniamo a quell’ isola Sud – atlantica che è Tristan da Cunha e affermiamo, pur consapevoli di destare scandalo, che questa meravigliosa isola di circa trecento abitanti, sia retta da un sistema di monarchia di tipo comunista. Vi é, infatti, un monarca che nessuno ha mai denominato con la parola “re”. Egli è il capo isola che solitamente è un pescatore. Storicamente, i primi tre capi isola che si sono succeduti, avevano esercitato il loro mandato a vita. Attualmente, invece, i capi isola eletti a suffragio universale, esercitano il loro mandato soltanto per i tre anni successivi alla data dell’ avvenuta elezione. Non esiste un vero e proprio parlamento eletto ma esiste, caso mai, l’ assemblea dei capi famiglia; non esiste un governo secondo la moderna accezione del termine, vale a dire un organo presieduto da un primo ministro e formato dai ministri dei vari dicasteri; non esiste una vera e propria magistratura intesa nell’ accezione giuridica del termine. Non possiamo quindi citare la netta suddivisione dei tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, perché questi tre poteri non esistono. Molto probabilmente, a Tristan da Cunha, nessuno parla di Marx, di Lenin o di Bucharijn e molto probabilmente non si conosce neppure l’ avvenuta esistenza di tali giganti della storia. Non vi sono bandiere rosse al vento, eppure vi è il comunismo. Analizzando quanto scritto da Engels nel 1884, nella prestigiosa opera “L’ origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato”, potremmo individuare, nella compagine dell’ isola, molti elementi di comunismo primitivo. Infatti, fatta eccezione per gli orti e per i pollai attigui alle case, non esiste proprietà privata ma soltanto proprietà comunitaria e il frutto del lavoro è suddiviso fra tutti i circa trecento consociati. Non esiste disoccupazione e tutti lavorano nella comunità con un uso limitatissimo di quella moneta, circolante soltanto dagli Anni Novanta del Novecento. Anche dal punto di vista umano esiste una forma di comunismo primordiale: quando una ragazza ed un ragazzo si sposano, tutti i trecento consociati dell’ isola, sono commensali al banchetto nuziale. Va da sé che le persone troppo avanti con l’ età, siano impossibilitate a partecipare alla festa. Niente paura, perché la mattina della celebrazione delle nozze, prima di entrare in chiesa, i fidanzati, ormai prossimi sposi, si recano nelle case di quelle persone anziane che avrebbero desiderato ma non potuto partecipare. Le vanno a salutare con quel rispetto e con quella delicatezza che sono propri di una società in cui il vecchio è una risorsa e non è assolutamente un peso.

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