Ottavio Ferraretto esempio di Uomo Libero e Forte ricordato a Cherasco e Rapallo

di Francesca Laganà
Il 21 ottobre del 1944 era notte quando, alla periferia di Cherasco (in provincia di Cuneo), vicino al
cimitero, venne fucilato Ottavio Ferraretto.
Era sfollato da Rapallo, in provincia di Genova, dove risiedeva con la famiglia. Ricercato per il suo antifascismo,
dirigente attivo dell’Azione Cattolica, il 25 luglio del 1943 aveva guidato il corteo che celebrava con gioia la caduta
della dittatura fascista. Arrivò a Cherasco, dove il figlio studiava nel collegio dei padri Somaschi. Qui fu catturato con
altri cheraschesi e tenuto a lungo in ostaggio dai tedeschi. Volevano “dare una lezione” ai partigiani che avevano fatto
saltare il ponte sullo Stura. Così scelsero Ferraretto, un uomo buono, libero, tutto d’un pezzo.
Ottavio era nato a Genova il 6 ottobre 1906, i documenti e le testimonianze ricordano la sua figura come quella di un
giovane intelligente, aperto e leale, attivo fin da bambino nel Circolo “San Filippo Neri” dell’Azione Cattolica e, quindi,
inserito nelle attività associazionistiche della cittadina e pronto a prodigarsi per il prossimo. Venne notato e schedato
dalle “Brigate Nere” come individuo “molto pericoloso”.
Da convinto esponente dell’azione cattolica, Ferraretto era un nemico naturale dei fascisti che a Rapallo trovarono una
costante opposizione del mondo cattolico.
Non fu mai un politico nel senso che intendiamo oggi, ma da cristiano vero, orientato alla dottrina sociale della Chiesa,
non accettò l’idea di abbassare la testa di fronte alla boria fascista.
Dopo l’8 settembre si trovò a far parte della Resistenza, non di quella combattente, ma di un vasto movimento che
faceva mancare ai nazi-fascisti la terra da sotto i piedi, guidando l’opposizione silenziosa.
Mentre viveva da sfollato con la famiglia a Cherasco fu arrestato il 4 ottobre (giorno di San Francesco, il santo della
Pace) e fucilato poi il 21 ottobre 1944 come rappresaglia per un sabotaggio dei partigiani.
A cura di Paolo Alessandria e Vittorio Rapetti, qualche anno fa, per le Edizioni Città di Cherasco, con il patrocinio
dell’Azione Cattolica, della Città di Cherasco e del Comune di Rapallo, è stato pubblicato un libro intitolato “Ottavio
Ferraretto, cittadino onesto e buon cristiano”.
Nel titolo c’è già tutto in senso di una vita, perché Ferraretto ha testimoniato insieme il Vangelo e i valori della società
civile, della democrazia. La limpida vita di un giovane di 38 anni fucilato dai nazisti per una rappresaglia a Cherasco,
nel cuore del Piemonte, ben lontano dalla natia Rapallo.
Il volume ha ricostruito attentamente il clima politico del tempo, dall’avvento di Mussolini in poi, con particolare
attenzione agli eventi liguri e rapallini. Ha ricostruito pure una sorta di “processo storico-documentale” per rendergli
giustizia e trovare i responsabili di un’uccisione vile e immotivata da eventi bellici. Ma quelle carte delle indagini per la
morte di Ottavio finirono, assieme a tante altre, nel famoso “armadio della vergogna”, l’archivio romano in cui, fino al
1994, rimasero nascosti gli atti giudiziari che furono stralciati perché bisognava chiudere con il passato, passando un
colpo di spugna sulle responsabilità. Anche perché molti fascisti e financo nazisti erano diventati nel frattempo pedine
della guerra fredda.
La commossa e coraggiosa lettera che scrisse alla moglie e ai figli, poco prima di presentarsi davanti al plotone di
esecuzione schierato davanti a lui, legato a un albero di gelso, termina con queste parole: “Ai miei figli auguro di essere
buoni italiani”.
Ottavio Ferraretto fu un esempio di vero “patriota”. Un Uomo che ha lottato per la Libertà. E oggi noi diamo per
scontato un bene prezioso come la libertà, ma il compito dei divulgatori della Cultura e della Pace è soprattutto quello di
spiegare alle nuove generazioni che la libertà e la democrazia sono state conquistate grazie a persone valorose e speciali
come il rapallese Ferraretto, che hanno pagato il prezzo più alto nel nome di un’Italia unita e libera.
Da tempo, ogni anno, a Rapallo Ottavio Ferraretto è ricordato nel corso di un evento promosso dall’Istituto
Comprensivo “Giustiniani”. L’iniziativa è stata fortemente voluta dal genero Luigi Alessandria (esemplare figura di
Persona generosa e di credente nei valori della Libertà, recentemente scomparso) e del nipote Paolo Alessandria che
hanno istituito due “borse di studio” per premiare alcuni studenti di Rapallo e di Cherasco nel ricordo di un Uomo
libero e forte.
Nella foto: la lapide-ricordo dell’antifascista cattolico che si trova all’ingresso del cimitero di Cherasco (Cuneo).
A Ferraretto il genero, Luigi Alessandria recentemente scomparso, persona generosa ed esemplare che credeva
nei valori della Libertà, ha ideato il Premio che unisce due scuole di due diverse regioni nel nome
dell’antifascismo.

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