Sestri Levante, baia del silenzio a pagamento: Selena Candia interroga

“Regione Liguria dice di non sapere nulla delle intenzioni del Comune di Sestri Levante di rendere a pagamento l’accesso alla spiaggia della Baia del Silenzio, ma si dichiara pronta ad accogliere l’eventuale richiesta, acconsentendo così all’ennesima ‘rapina’ ai danni di quello che dovrebbe essere un bene di tutti: la spiaggia”. Questo il commento della consigliera regionale della Lista Sansa Selena Candia, che durante il Consiglio di stamane ha presentato un’interrogazione per conoscere le intenzioni della Giunta sul progetto annunciato a mezzo stampa dall’Amministrazione di centrodestra di Sestri Levante.
“L’idea del Comune di Sestri, da pochi mesi passato al centrodestra, è la solita: rendere le spiagge qualcosa di esclusivo, mettendole a pagamento – spiega Candia -. Parliamo di una delle spiagge più belle della Liguria, una delle poche sabbiose e accessibili, e per questo presa d’assalto. Ricordo che per legge il 40% delle spiagge dovrebbe essere libero ma in Liguria, secondo gli ultimi dati di Legambiente, il 70% degli arenili fruibili è privato”.
“Benché l’assessore Scajola contesti questi dati – sottolinea la consigliera regionale – ricordo che secondo quelli ‘ufficiali’ vengono considerate spiagge libere le scogliere come quella di Nervi a Genova e tutti quegli angoli angusti alle foci dei torrenti. Legambiente invece considera solo le spiagge ‘basse’ realmente accessibili, e su quelle il 70% è in mano ai privati”. “Secondo i dati ufficiali della Regione – aggiunge Candia – ben 21 Comuni su 63 tra quelli costieri liguri non rispetta il limite di legge del 40% di spiagge libere. Con casi limite in Provincia di Savona, come ad esempio il Comune di Loano dove l’86,91% delle spiagge è in concessione ai privati”.
La consigliera della Lista Sansa nel suo intervento in aula ha suggerito anche alcune proposte per migliorare l’accessibilità alle spiagge, riducendo l’esborso di risorse pubbliche da parte di Regione e Comuni. “Se gli enti pubblici oggi hanno difficoltà a reperire i fondi per curare le spiagge è perché i canoni degli stabilimenti balneari sono troppo bassi – evidenzia Candia -. Per questo motivo bisognerebbe andare a gara il prima possibile”. “Continuare a rimandare e a scaricare i costi sugli enti pubblici e sui bagnanti – conclude la consigliera regionale – può portare solo ad un trend rischioso di continue privatizzazioni delle spiagge più ambite: oggi Sestri Levante e domani magari Camogli, San Fruttuoso di Camogli e Varigotti”.

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