Guido Gozzelino, tante idee dal Marais parigino

di Guido Michelone

Miraggi sonori, La caverna dell’anima, Oltre la fragilità: hanno titoli accattivanti il nuovi dischi musicali di Federico
Gozzelino, compositore casalese che sta vivendo una seconda giovinezza grazie al sodalizio artistico cono la pianista
alessandrina Silvia Belfiore, ormai da un decennio impegnata a suonare su Cd l’opera integrale di questo personaggi
che si definisce autore postmoderno, ma nei cui pentagrammi si avvertono grandi echi di romanticismo passionale.
L’incontro con Federico Gozzelino avviene nella sua casa di Parigi, nel centralissimo storico quartiere del Marais, dove
si reca spesso per immergersi nella Cultura con la C maiuscola. Oggi è reduce ad esempio di una visita alla Gare
d’Orsay per ammirare per l’ennesima volta gli stupendi quadri impressionisti. Gli chiediamo anzitutto chi è Federico
Gozzelino: “Il 25 luglio scorso a mezzogiorno ho compiuto 87 anni essendo nato nel 1935; ho visto, anzi subìto i
bombardamenti a tappeto, la persecuzione agli Ebrei, la guerra civile che, come la persecuzione antisemita, è una cosa
terribile e poi, finalmente, la pace la miglior cosa al mondo, talmente ‘migliore’ che nessuno si accorge di essere in
pace. Cosa posso dire d' altro:che un po’ mi vergogno di questo mio egoistico istinto di sopravvivenza e dovrei lasciare
spazio e posto ai nuovi venuti che ne hanno diritto totale, ma non dipende da me, tranne il diritto al suicidio, ma che per
ora sto bene così”.
Agnostico, un po’ anarcoide, da giovane operaio, chimico, studente lavoratore, impiegato, pianista di night (in
mezzo a prostitute), poi alle tastiere nei complessini beat, laureato in psicologia, quindi diplomato in Conservatorio e
infine libero professionista (dottore di psicologia del lavoro), da oltre trent’anni compositore classico, Federico
Gozzelino, oltre la musica, ama moltissimo la filosofia, al punto che cita subito una frase di Friedrich Nietzsche dal
"Umano troppo umano", quando afferma che ‘Tutti i buoni scrittori hanno in comune due cose: preferiscono essere compresi che ammirati; e non scrivono per i lettori acuti e troppo sottili’, chiedendosi però se questo vale anche per gli scrittori di musiche. Difficile fornire una risposta esauriente, ma l’artista casalese tira fuori un’altra delle sue brillanti
citazioni: “Ricordo che a Pierre Boulez, grande direttore d’orchestra, nonché compositore francese d’avanguardia,
nonché docente al Conservatoire de Paris posero una domanda su quale fosse la sua metodica d insegnamento rispose:
Je leur apprends comment apprendre. Il faut leur apprendre à être autodidacte. Ecco, per me, una Profonda verità
pedagogica ma, per la verità, poco utilizzata!”
Certo, Parigi, è per Federico Gozzelino una seconda patria, come anche le minime vicende quotidiane acquistano
risalto, come vuole appunto rivelare: “Lo devo raccontare perché sono cose che forse capitano solo a Parigi. Premessa:
io ho 87 anni, due giorni fa io e mia figlia eravamo in attesa di entrare a vedere la mostra su Frida Kalho: io seduto su
una panchina in pieno sole, mia figlia in piedi a lato; a un certo momento due donne giovani, sui trent’anni si staccano
da un gruppo in attesa per la mostra, attraversano la strada mi si avvicinano e in francese una dice dolcemente, con un
sorriso: ‘Tu in pieno sole sei bello e elegante’; io sorpreso dico in italiano ‘grazie’ e poi ridendo ‘eh lo so’ e lei di
rimando ‘ah italiano ancora più fascino!’. Solo a Parigi accadono queste belle esperienze: io e mia figlia e loro due giù a
ridere!!!”.
Il compositore monferrino (però vercellese di nascita) coltiva dunque ironia e autoironia, ma sa anche essere molto
serio, soprattutto in questi ultimi anni, quando su Facebook si impegna in corpose riflessioni politiche, constatando però
molta ignoranza da parte di diversi utenti: “Ho scoperto, con disappunto, che se su Facebook, dai a un amico risposte
articolate culturali un po' lunghe, non vengono pubblicate, quindi deduco che il famoso analfabetismo è alimentato da
Facebook che ti spingono a scrivere ‘mi piace’ oppure ‘ma che cacchio scrivi’, ‘ma vai a….’ non dire’,
‘non sono d accordo’. Se ti azzardi a dare una spiegazione articolata e quindi discretamente lunga inesorabilmente viene
bocciata con frustrazione dello scrivente e anche del ricevente (mi è capitato mezz’;ora fa)”.
Con Federico Gozzelino è bello discutere sui più svariati argomenti, non solo su Platone e Aristotele, o su Mozart e
Beethoven, ma anche di cultura popolare, di cui può ritenersi un buon esperto a cominciare dall’ammirazione verso i
film del compianto Paolo Villaggio: “Ah, quel suo libero grido liberatorio che ‘La corazzata Potemkin’ era una cagata
pazzesca. Un atto liberatorio anarchico contro il modo solito d’indottrinamento del più grande partito di sinistra;
indottrinamento compiuto attraverso imposizioni ideologiche da intellettuali con linguaggi astrusi e incomprensibili,
lontani dai problemi di chi aveva sudato tutto il giorno con lavori alienanti e magari voleva rilassarsi nel vedere gli
Italiani giocare una partita di calcio importante .Villaggio ha voluto, con il linguaggio assurdo e paradossale del grande
comico, rappresentare i sottomessi, l’uomo comune calpestato dal potere e dalla sfortuna che qualche volta si ribella con
giusta cattiveria ma immediatamente è nuovamente perdente schiacciato dal potere. Villaggio resta un grande artista a
modo suo anarchico perché ribelle a tutte le ideologie e ai luoghi comuni degli intellettuali (probabilmente me
compreso)”.
Per Federico Gozzelino ci sarà presto un nuovo disco sempre in compagnia della grandissima pianista, studiosa,
musicologa Silvia Belfiore, con la quale effettuerà probabilmente una mini tournee in Piemonte e in Liguria.

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