Sabato 12 novembre a Cuneo presso lo Spazio Incontri della Fondazione CRC avrà luogo la
presentazione dell’archivio digitale realizzato per il censimento dei gruppi musicali della
provincia di Cuneo che cantano in piemontese.
L’archivio, denominato ‘PANDEMOS’ è stato sostenuto nell’ambito del bando ‘FUORI ORARIO’
della FONDAZIONE CRC a cura delle Associazioni Culturali ‘Dopolavoro Musicale’, ‘Musica
Barotta’ e ‘Fuori dal coro’, in collaborazione con PROMEMORIA GROUP.
Il nome Pandemos che evoca la parola pandemia, nell’antica Grecia, in realtà, aveva tutt’altro
significato. Pandemos, ossia “relativo a tutto il popolo” era un termine legato alla capacità di
Afrodite e di Eros di diffondere amore intorno a loro: una bella differenza!
Pandemos, quindi, vuole essere usato nell’accezione positiva del termine quale ponte di passaggio
da una situazione di stasi a un lento ritorno alla socialità che preveda anche la ripresa dei valori
della tradizione, affinché non finiscano nell’oblio.
Il progetto, infatti, è nato dall’idea di suscitare l’interesse, la curiosità e il piacere della ricerca di
un’identità popolare nel rispolvero della canzone piemontese che, come ogni tradizione, nasce
insieme alla civiltà umana e con essa si sviluppa e continua a trasformarsi nel corso dei secoli.
La perdita della diversità biologica, culturale e linguistica è un fenomeno che si amplifica in
proporzione all’affermarsi della globalizzazione. In questo modo si è reso fruibile, anche in formato
digitale, il patrimonio culturale piemontese legato alla musica popolare e alle canzoni in dialetto.
Sono state censite più di 120 formazioni musicali della provincia di Cuneo che hanno partecipato
attivamente alla realizzazione dell’iniziativa.
A conclusione del progetto la canzone ‘LA BERGERA’, conosciuta nel mondo come simbolo della
musica popolare piemontese, è stata cantata da 20 formazioni al fine di realizzare un video
inedito che verrà presentato in occasione dell’incontro di sabato 12 novembre. Nel video le
immagini e la musica sono state mixate liberamente a dimostrazione della pluralità di suoni e di
interpretazioni che confermano la tradizione poliedrica e versatile della canzone piemontese.
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