di Milian Giaco Racca, consigliere comunale a Villaroglio
Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un rinnovato fermento nel mondo autonomista. Da consigliere comunale autonomista di un piccolo comune del Piemonte ciò non può che farmi molto piacere. Premetto che, personalmente, in passato, non ho mai aderito alla Lega Nord, né tantomeno al partito di Salvini, pur avendo creduto molto nelle leghe regionali delle origini.
Fatta questa premessa, ritengo che oggi sia fondamentale che il mondo autonomista e federalista si muova guardando al presente e al futuro, e non al passato.
Il mondo è cambiato tanto dagli anni’80-90. Chi crede di ‘voltare pagina per tornare a quella precedente’ parte con il piede sbagliato. Il reducismo lo lascerei chiuso a chiave nel cassetto dei ricordi.
In un clima come quello odierno di forte sfiducia nei confronti della politica occorre puntare molto sulla qualità e l innovatività delle proprie idee e proposte politiche. La minestra riscaldata non se la mangerebbe nessuno. Il ‘contenitore nuovo, federalista e post-ideologico’ di cui parlava Gianni Fava è anche la mia proposta. Chiaramente bisognerà poi vedere come saprà muoversi quest’ipotetico raggruppamento. Io credo che si dovrà avere là pazienza di crescere da soli (senza rifiutare a priori eventuàli collaborazioni temporànee su punti specifici) occupandoci in primis di problematiche territoriali, dando maggior ascolto alle comunità e cercando di fornire soluzioni pratiche, concrete, scevre di pulsioni dottrinali. Occorre partire dàlle migliori esperienze civiche impostesi nei vari territori, selezionando dal basso nuovi leàder locali. Questo è quello che ho cercato di fare, nel mio piccolo, già da alcuni anni, collaborando alla promozione di reti di collegamento tra realtà civiche e movimenti autonomisti di varie regioni. Ricordo che nel 2020, grazie soprattutto al dinamismo dei friulani, abbiamo creato la rete ‘Autonomie e Ambiente’ che guarda alla famiglia europea European Free Alliance, promotrice del concetto di Europa delle regioni.
In buona sostanza ritengo che siano da scartare qualsiasi riedizione di leghismo/nordismo 2.0, che contrapponga il nord al sud. Meglio un civismo 1.0 di matrice federalista e libertaria, un patto tra territori(chi ci sta, ci sta… senza escludere a priori nessuno), che contrapponga autonomie territoriali e personali al centralismi, presidenziàlismi e verticismi statalisti. Un movimento che punti dritto su: autonomie e riforma federalistica; partecipazione costante dei cittadini tramite strumenti di democrazia diretta (come succede nella civilissima Svizzera); politica attiva del lavoro da contrapporre a quella dei sussidi e dei bonus; riduzione delle imposte e della spesa pubblica. Che punti insomma sulle priorità… ciò che non hanno fatto i partiti negli ultimi lustri.