di Antonella Pratali
L’ottimo allestimento della mostra dedicata a Letizia Battaglia (al Palazzo Ducale di Genova fino al
1°novembre 2023, POI PROROGATA SINO AL 12 NOVEMBRE sottolinea i contrasti, evidenzia lo iato tra la bella vita della borghesia e l’esistenza scarna delle classi povere, squarcia il velo che separa le atmosfere patinate dei quartieri
alti dai morti ammazzati dalla mafia, nella Palermo degli anni ’70 e ’80. Letizia dà battaglia
all’iniquità, alla prepotenza, alla sopraffazione, alla prevaricazione, e lo fa con l’occhio della
macchina fotografica. Denuncia l’ingiustizia di una società i cui figli sono bambini senza sorriso,
forse perché senza futuro. I bambini ritratti sono sempre seri, gli occhi segnati e gli sguardi
profondi. L’unico che accenna un sorriso, velato da una calza sul volto, è il bambino che stringe
una pistola tra le mani e la punta su chissà quale bersaglio, giocando all’assassino. Bambini che si
ha paura a incontrare da grandi. Bambine prive di spensierata leggerezza, come Letizia a dieci anni,
dopo la violenza subita.
“Palermo puzza splendidamente, possiede una decadenza potente, non potrei vivere altrove”,
affermava l’artista che non si considerava tale, e che ha registrato non solo ciò che ha fotografato,
ma anche e soprattutto ciò che aveva dentro, trasmettendoci le emozioni forti che lei stessa ha
vissuto attraverso l’obiettivo. Ritratti, attimi, sentimenti e situazioni rappresentati con l’eleganza, la
pulizia e il rigore che solo il bianco e nero sa rendere. Amava la vita e la cercava nelle sue
fotografie, dietro al dolore e al di là della sofferenza. “La vita è tutta meravigliosa, dallo zero fino
alla fine”, sosteneva ormai anziana. Anche per questo rifiutava con forza l’appellativo “fotografa
della mafia” o “del dolore”. Respingeva il pregiudizio della vecchiaia: “Ho lavorato per non essere
vecchia”, affermava dietro al fumo dell’eterna sigaretta, indicando la propria testa. Letizia era grata
alla vita per tutta la meraviglia e l’amore che ci offre, come recita una delle sue canzoni preferite,
“Thank you for your Love”, di Antony and the Johnsons.
https://www.youtube.com/watch?v=Ro0HrWJMcC4 E gratitudine proviamo noi per lei, per la sua
coerenza e il suo impegno civile, per le emozioni e i pensieri che ci suscita offrendoci un pezzo di
mondo visto dai suoi occhi.